Loading...

Termine del Glossario Polvere

Descrizione A differenza della Terra, i grani di polvere nello spazio profondo sono molto piccoli: la maggior parte di essi ha dimensioni inferiori a un millesimo di millimetro. Rappresentano un importante costituente della materia che si trova tra le stelle, chiamato mezzo interstellare. Si formano in ambienti diversi, come gli strati esterni di alcune stelle giganti fredde o in supernovae, e si disperdono nello spazio quando queste stelle iniziano a perdere massa. Sono per lo più composti da silicati, composti di carbonio e tracce di altri elementi. Potrebbero essere ricoperti di ghiaccio nelle regioni fredde e dense del mezzo interstellare. Sono i principali responsabili dell'assorbimento interstellare della luce che arriva a noi dai corpi celesti.

Termini correlati



Vedi questo termine in altre lingue

status del termine e della definizione La definizione originale di questo termine in inglese é stata approvata da un ricercatore astronomo e da un docente
La traduzione di questo termine e della sua definizione sono state approvate da un ricercatore astronomo e da un docente

Il Glossario Multilingue OAE é un progetto dell'Ufficio IAU per la didatticadell'astronomia (OAE) in collaborazione con l'ufficio IAU OAO per la DivulgazioneAstronomica (OAO). I termini e le definizioni sono stater scelte, scritte eriviste da un impegno collettivo da parte di OAE, i Centri e i Nodi OAE e iCoordinatori Nazionali per la Didattica dell'Astronomia e da altri volontari.Potete trovare una lista completa dei crediti, Tutti i termini del glossarioE le definizioni sono pubblicate su Creative Commons CC BY-4.0 licenza e dovrebbero essere accreditate ad IAU OAE.

Mass Media correlati


Un bagliore omogeneo e diffuso si estende dall'orizzonte verso l'alto a sinistra. In alto a sinistra due stelle luminose.

La luce zodiacale sull'Osservatorio GTC

Didascalia: Vincitore del concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse del cielo. Scattata da La Palma, nelle Isole Canarie, nel maggio 2022, questa immagine cattura la luce dello Zodiaco, tre grandi costellazioni (Gemelli, Cancro e Auriga) e l'Ammasso dell'Alveare, che a occhio nudo e in condizioni di cielo scuro appare come una piccola nebulosità. La luce zodiacale è un bagliore bianco triangolare che si estende lungo l'eclittica e che qui è visibile all'orizzonte occidentale poco dopo il tramonto. Le Isole Canarie erano considerate dagli antichi greci la terra più occidentale del mondo abitato. Il tenue luccichio dello Zodiaco potrebbe aver ispirato il filosofo greco Platone a pensare che il Sole lasci una traccia di scintillio solare nella sua scia e che il percorso attuale del Sole, l'eclittica, non sia sempre stato il suo percorso. Platone riteneva che la Via Lattea fosse il precedente percorso del Sole e che le sue nubi luminose fossero scintille della gloria solare lasciata come scia. Oggi sappiamo che questi due fenomeni nel cielo hanno cause diverse: mentre la luce zodiacale è in realtà causata dalla riflessione della luce solare da piccolissime particelle di polvere nel piano dell'eclittica, la Via Lattea è costituita da miliardi di stelle. La luce zodiacale è un cono di luce uniforme dall'orizzonte in su, mentre la Via Lattea attraversa tutto il cielo e comprende anche le nuvole scure. Lo Zodiaco è descritto dagli indigeni australiani come la Strada dei Sogni e la luce zodiacale è una corda celeste che collega Venere al Sole. Le due stelle luminose in alto a sinistra dell'immagine sono Castore (la stella bluastra) e Polluce (la stella biancastra), che fanno parte della costellazione dei Gemelli. Le due stelle luminose in basso a destra dell'immagine sono Menkalinan (quella più fioca) e Capella (quella più luminosa), che fanno parte della costellazione dell'Auriga. Il popolo Wergaia del Victoria occidentale, in Australia, vede Castore e Polluce come fratelli che cacciano il canguro Purra nelle loro storie. Questo ha analogie con la storia babilonese, dove sono considerati due forti divinità dell'oltretomba, raffigurati con armi. Il mito greco-romano dei gemelli li descrive come due fratelli che accompagnarono il primo marinaio oceanico, Giasone, nei viaggi con la nave Argo. Un mito simile esiste nelle tradizioni dei Piedi Neri delle Prime Nazioni del Canada e degli Stati Uniti, dove i due fratelli prendono il niome di Ashes Chief e Struck-behind.
Crediti: Amirreza Kamkar/IAU OAU

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone


La Via Lattea si inarca su una prateria africana. Il suo bagliore diffuso è interrotto da un flusso di macchie scure.

Arco della Via Lattea sul Parco Nazionale di Amboseli

Didascalia: Vincitore del concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse di modelli celesti. Questa immagine è stata scattata nel luglio 2016 dal Parco Nazionale Amboseli in Kenya, situato vicino all'equatore. Nella mitologia egizia dell'Africa settentrionale, la Via Lattea era associata a un fiume navigato da dei e anime. Gli Zulu, in Sudafrica, interpretano questo disegno di nuvole scure e luminose di stelle come un animale dalla pelle bianca e nera, mentre i Khoikhoi e i San sudafricani la considerano "la strada delle stelle". In diverse culture sudafricane, l'arco della Via Lattea è un percorso verso il cielo formato da una dea madre, secondo un mito della creazione sudafricano adottato nel XIX secolo dalle prime ricerche etnologiche, ma oggi scomparso. Al centro-destra dell'immagine si trova la stella rossa Antares, nella moderna costellazione dello Scorpione, mentre in alto a sinistra si trova la stella bianca Vega, considerata uno stambecco maschio dalle popolazioni intorno a Città del Capo. Gli indigeni australiani hanno molti nomi per la Via Lattea. Gli Yolnu della Terra di Arnhem, nel Territorio del Nord dell'Australia, chiamano la Via Lattea Milnguya, il fiume del cielo. Uno dei motivi più evidenti di questa immagine è associato al contrasto tra le regioni chiare e scure della Via Lattea. Queste regioni scure sono nubi dense e fredde di polvere e gas interstellare, che bloccano la luce delle stelle dietro di loro. Uno dei modelli più evidenti è quello dell'Emù Celeste, chiamato Tchingal da diverse popolazioni indigene dell'Australia meridionale. La testa e il becco dell'emù (la nebulosa Coalsack) si trovano in basso a sinistra della Croce del Sud (visibile all'estrema destra dell'immagine), mentre il corpo e le zampe si estendono verso sinistra. Altri gruppi indigeni associano le regioni scure a grotte o corsi d'acqua. L'orientamento dell'emù nel corso dell'anno fornisce importanti indizi su quando è il momento di raccogliere le uova di emù e quando le uova si schiudono. In alcuni mesi, quando queste nuvole della Via Lattea sono vicine all'orizzonte, non vengono considerate affatto emu, ma due coccodrilli striscianti. La figura moderna della scura Nebulosa della Pipa è chiaramente visibile sopra il centro della Galassia; il fumo di questa pipa raggiunge la colorata regione di Rho Ophiuchi accanto ad Antares nello Scorpione, la stella rosso-arancio appena sopra la Via Lattea. I Boorong chiamano Antares Djuit, il pappagallo dalla gobba rossa, mentre i Kokatha del deserto occidentale la chiamano Kogolongo, il cacatua nero dalla coda rossa. Inoltre, si possono osservare alcune costellazioni di rilievo: Cigno, Aquila, Lira, Scorpione, Sagittarii, Croce e Centauro. Le stelle puntatrici, Alfa e Beta Centauri, sono occasionalmente interpretate come gli occhi della bestia in alcune tradizioni sudafricane.
Crediti: Amirreza Kamkar/IAU OAU

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone


Al di sopra di grossi alberi  la Via Lattea, circondata da diversi oggetti luminosi, è tagliata da un'ampia linea scura.

La Via Lattea sul viale dei Baobab

Didascalia: Vincitore del concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse di schemi celesti. Questa immagine, scattata dal Viale dei Baobab, Morondava, Madagascar, nel luglio 2017, mostra la maestosa fascia della Via Lattea, la nostra galassia, insieme a una ricca collezione di costellazioni e asterismi: Crux, Centaurus, Scorpius, Sagittarius e l'asterismo Teapot. Verso la parte inferiore sinistra dell'immagine possiamo vedere la Croce del Sud e le stelle puntatrici Alfa (la più luminosa delle due) e Beta Centauri, che aiutano a distinguerla da configurazioni simili. Alcune culture africane associano la Croce del Sud a una giraffa, mentre altre associano le costellazioni a un branco di leoni o addirittura all'Albero della Vita. Antares, la stella più luminosa della costellazione dello Scorpius, è la stella rosso-arancio che si trova sopra l'albero centrale di baobab. Per i Pokomo del Kenya sud-occidentale, in Africa, la Via Lattea è associata al fumo emanato da un falò acceso da antiche popolazioni. I vari popoli del Sudafrica, invece, hanno racconti stellari diversi; i Khoikhoi della regione intorno a Città del Capo spiegano i colori delle stelle rosse e bianche come radici rosse e bianche arrostite sul fuoco e lanciate verso il cielo insieme alle ceneri del fuoco. Gli Xhosa, che vivono più a est, considerano la Via Lattea come le setole sollevate di un enorme cane arrabbiato, mentre gli Zulu, che vivono vicino a Johannesburg, la interpretano come un flusso di lance dei loro guerrieri più forti. Le popolazioni polinesiane, abili navigatori e marinai, vedono la costellazione dello Scorpius come un amo da pesca e si riferiscono ad essa come all'amo da pesca del semidio Maui. Per i Djab Wurrung e i Jardwadjali, la Croce del Sud fa parte di una storia del sogno che coinvolge Tchingal, i fratelli Bram-bram-bult (le stelle puntatrici), la loro madre Druk (Delta Crux) e Bunya, il cacciatore che si trasforma in opossum (Gacrux, stella rossa in cima alla Croce del Sud). In questa immagine sono visibili i pianeti Saturno (il punto luminoso sopra Antares) e Giove (il punto luminoso in basso a destra dell'immagine, vicino al tronco dell'albero di baobab). Le culture indigene hanno diverse storie associate ai pianeti, ad esempio i Kamilaroi e i Wailan associano Saturno al wunygal, un piccolo uccello. I Boorong del Victoria occidentale associano Giove a Ginabongbearp, il capo degli spiriti antichi (Nurrumbunguttias), che assume la forma totemica del cacatua bianco dal ciuffo giallo.
Crediti: Amirreza Kamkar/IAU OAU

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone


La Via Lattea si staglia su un ponte su una costa scoscesa. In alto a destra  la stella Antares,  rosso intenso e brillante.

Lungo la strada

Didascalia: Menzione d'onore al concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse di schemi celesti. Questa immagine mostra la Via Lattea che attraversa il cielo sopra lo storico Bixby Bridge a Big Sur, una regione montuosa della California, USA, nel maggio 2021. La stella direttamente sopra la riva è Antares, una supergigante rossa nel cuore dello Scorpione. Alla sua sinistra, le nubi della Via Lattea sembrano emergere dallo stesso punto dell'orizzonte, come anche la terra rocciosa. Sopra la terra, sotto la Via Lattea nel quarto sinistro dell'immagine, si trova un'altra stella luminosa, Altair, la stella principale dell'Aquila. Lo scorpione è considerato un animale pericoloso, per cui gli uomini-scorpione (ibridi uomo-scorpione) sorvegliavano la porta dell'Oltretomba nelle antiche storie babilonesi, come riportato nella saga di Gilgamesh. L'aquila, invece, compare nella saga babilonese del re Etana, che viene portato in cielo da un'aquila e descrive il mondo che vede sotto di sé mentre sale sempre più in alto. Entrambi gli eroi, Gilgamesh ed Etana, sono alla ricerca dell'"erba della vita", ma l'uno scendendo, l'altro viaggiando verso l'alto. Gilgamesh vuole recuperare l'amico Enkidu morto e diventare lui stesso immortale, mentre Etana cerca l'erba per aiutare la moglie a rimanere incinta. Lo scorpione e l'aquila sono gli animali che sostengono questi eroi nella loro ricerca, che alla fine non ha successo. Gilgamesh alla fine impara che gli uomini possono diventare immortali solo grazie alle loro buone azioni per l'umanità. L'aquila era riconosciuta anche nella cultura greca, ma fu solo in epoca romana che divenne messaggera delle anime morte, trasportandole verso le stelle eterne. Fu allora che Tolomeo creò una costellazione per rappresentare l'anima di Antinoo sotto l'Aquila classica. Questo giovane amico e consulente dell'imperatore romano Adriano annegò nel Nilo solo sette anni prima del completamento dell'Almagesto e l'intero impero romano osservò uno stato di lutto nazionale. La Via Lattea è vista come un "sentiero delle anime" da molte culture, ma non nella cultura babilonese. Tuttavia, nella filosofia greco-romana, le parti bianche e luminose tra Antares e Altair, all'intersezione tra la Via Lattea e lo Zodiaco, hanno un significato preciso: Platone, Macrobio e altri filosofi la chiamano "la X nel cielo", e probabilmente era considerata la seconda Porta Celeste (la prima era quella formata dalle Iadi e dalle Pleiadi). Questi percorsi e porte celesti, raffigurati sopra un gigantesco ponte nel paesaggio e in un luogo dove i regni della terra e dell'oceano si incontrano, rendono la fotografia incredibilmente carica. Inoltre, le nuvole scure della Via Lattea formano una delle due grandi costellazioni scure dei coccodrilli, secondo l'interpretazione di alcuni abitanti dell'Australia meridionale.
Crediti: Marcin Zajac/IAU OAE

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone


Diverse cupole di osservatori sulla cima di una montagna con la Via Lattea alle spalle.

Osservatorio del Teide

Didascalia: Menzione d'onore al concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse di modelli celesti. Scattata nel maggio 2022 nel Parco Nazionale del Teide a Tenerife, in Spagna, questa immagine mostra l'arco della galassia della Via Lattea che attraversa il cielo, accompagnato da importanti costellazioni sopra i telescopi professionali situati sulle montagne dell'isola. Mentre i telescopi e le persone che vi lavorano possono ignorare le costellazioni, il fotografo è riuscito a catturare la Via Lattea in modo tale da farla quasi coincidere con la forma della montagna. La stella luminosa in alto a sinistra dell'immagine è Vega, una delle stelle più luminose del cielo notturno, situata nella piccola costellazione della Lira. Essendo una stella bianca, è la stella standard che gli astrofisici utilizzano per definire la scala dei colori. Essendo anche una stella relativamente vicina, distante solo circa 25 anni luce, e con un nome relativamente semplice, compare spesso nella fantascienza moderna, ad esempio nel famoso romanzo di Carl Sagan "Contact", che è stato girato nel 1997 con Jodie Foster nel ruolo di una radioastronoma. La stella luminosa che si vede sotto la galassia e nella metà sinistra dell'immagine è Altair, anch'essa una delle stelle più luminose del cielo notturno, situata nella costellazione dell'Aquila. Insieme a Deneb - una stella della costellazione di Cygnus (il Cigno) che non è visibile in questa immagine - Altair e Vega formano il Triangolo estivo, un asterismo caratteristico dell'astronomia popolare dell'emisfero settentrionale, dove si trovano questi telescopi. Sul lato destro dell'immagine è visibile la costellazione dello Scorpione. Questa è facilmente identificabile per la sua stella più luminosa, Antares, la stella rossastra nel cuore dello Scorpione. Sotto di essa si trovano l'intero corpo e la coda dello Scorpione e al di sopra la testa celeste dello Scorpione è rappresentata da tre stelle luminose di colore bluastro. Sotto la coda e sopra l'orizzonte, la costellazione dell'Ara, l'Altare, è semi-visibile, ma come tutte le stelle del Sagittario nella Via Lattea e quelle molto più deboli di Ercole e Ofiuco sopra di essa, tali costellazioni sono più difficili da individuare in questa fotografia piena di stelle. La testa dell'Ofiuco è la stella relativamente luminosa al centro tra Vega e Antares. Oltre alle enormi dimensioni di questa costellazione, è importante anche perché è la tredicesima dello Zodiaco e il Sole trascorre circa tre settimane in Ofiuco, dopo soli cinque giorni in Scorpione. Inoltre, Ofiuco rappresenta il modello del migliore medico mitologico del mondo, chiamato Asclepio nella mitologia greca, ed Esculapio in latino. La sua costellazione elogia tutte le persone che svolgono professioni mediche, compresi infermieri, farmacisti e medici.
Crediti: Curd-Christian Tengeler/IAU OAU

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone


Dietro un paesaggio frastagliato e boscoso, la Via Lattea appare come due flussi di luce giallo-ocra rotti da macchie scure.

Costa dell'Oregon

Didascalia: Menzione d'onore al concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse di modelli celesti:. Questa immagine mostra la Via Lattea, la nostra galassia natale, sopra l'Oregon, negli Stati Uniti, vista nel luglio 2021. Si tratta ovviamente di una composizione, perché le stelle non si riflettono nell'acqua. Tuttavia, è ben composta per suggerire una somiglianza tra il flusso d'acqua sulla Terra e il flusso (riflesso) di stelle nel cielo. La Via Lattea domina chiaramente il cielo in questa immagine. Come elemento di spicco del cielo, la Via Lattea è stata associata alle religioni e alle mitologie di molte culture. L'associazione più nota è quella del folklore greco, che la "spiega" come un flusso di latte divino della potente dea madre Era, il cui marito, il dio Zeus, si comportava spesso male (come in questo caso, causando questo incidente). La mitologia greca, invece, lo considerava il percorso delle anime, mentre la scienza greca antica proponeva diverse spiegazioni scientifiche, tutte rivelatesi false. Anche gli Ojibwe del Nord America, che vivono a est dell'Oregon, dove è stata scattata questa fotografia, considerano la Via Lattea un sentiero per gli spiriti e un fiume di anime. Osservando il primo piano dell'immagine, questa credenza è ancora più comprensibile: sembra che i fiumi della Terra e del cielo si fondano all'orizzonte. L'elemento di spicco al centro dell'immagine è la regione scura chiamata Nebulosa della Pipa nella Via Lattea. Il fumo di questa pipa va verso destra e termina quasi in cima a un albero, dove troviamo la stella arancione Antares nel cuore dello Scorpione. Al centro dell'immagine, al di sotto della Pipa, c'è un'enorme area scura nella Via Lattea con due macchie rosse prominenti. Queste macchie sono nubi di idrogeno chiamate Zampa di Gatto e Laguna, ma in questa immagine sembrano gli occhi rossi di Manitou, il Grande Spirito dei nativi americani irochesi. La costellazione del Sagittario in quest'area non è riconoscibile perché l'immagine della Via Lattea è altamente elaborata per mostrare queste caratteristiche scure, invisibili ad occhio nudo.
Crediti: Marcin Zajac/IAU OAE

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone


La Via Lattea su un paesaggio nuvoloso. Un triangolo di oggetti luminosi è visibile sulla sinistra della foto.

Via Lattea equatoriale

Didascalia: Menzione d'onore al concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse di modelli celesti: Via Lattea equatoriale Scattata a Bromo-Tengger-Semeru, sull'isola di Giava, in Indonesia, nel marzo 2016, questa immagine cattura regioni della Via Lattea meridionale e, al suo margine sinistro, i due pianeti Marte e Saturno. Marte appare di colore arancione ed è simile alla stella Antares, il cui nome greco - anti Ares - fa riferimento a questo. Saturno è un po' più debole di Marte, ma é ben visibile tra le stelle di Ofiuco, sopra la Nebulosa della Pipa e forma un triangolo isoscele con Marte e Antares. Marte è in alto e Saturno è in basso in verticale. Visibili a occhio nudo, entrambi i pianeti hanno un significato in molte culture del mondo. Nella mitologia romana Marte è il dio della guerra e della fertilità, mentre Saturno è il dio della semina e dell'agricoltura. Anche il suo equivalente greco, il dio Crono, è considerato il reggente del completamento. Gli indigeni australiani, tra cui i Kamilaroi e i Wailan, associano Saturno al "wunygal", un piccolo uccello. Marte è chiamato Iherm-penh (qualcosa che brucia nelle fiamme) dagli Anmatyerre del deserto centrale, mentre i Kokatha del deserto occidentale associano Marte e la stella Anatres al cacatua nero dalla coda rossa (Kogolongo). Al centro di questa fotografia sono chiaramente riconoscibili le costellazioni meridionali più famose: la Croce del Sud (Crux), le stelle puntatrici Alfa e Beta Centauri, la scura Nebulosa Sacco di Carbone e la Nebulosa rossa Eta Carinae, non visibile a occhio nudo, ma ben visibile nelle fotografie moderne. Nel XIX secolo, la stella Eta Carinae è stata per qualche tempo la seconda stella più luminosa del cielo, ma poiché varia in modo irregolare, negli ultimi decenni è stata difficilmente riconoscibile e la sua visibilità futura è imprevedibile. Il Triangolo Australe è visibile tra le stelle puntatrici e lo Scorpione, mentre nella costellazione del Centauro è ben visibile il luminoso ammasso stellare globulare Omega Centauri. Era considerata una "stella nebulosa" fin dall'antichità e, pertanto, è stata inserita nei cataloghi stellari per almeno 2000 anni. Solo nell'ultimo secolo gli astronomi hanno scoperto che gli ammassi stellari globulari si trovano nell'alone della nostra galassia e che questo è composto da circa 10 milioni di stelle. Le regioni scure della Via Lattea, che sono nubi fredde e dense di polvere e gas, formano la testa e il corpo dell'Emu Tchingal celeste. Insieme alla Croce del Sud e alle stelle puntatrici, compaiono nei racconti del Dreamtime di molti indigeni australiani. Una storia associata ai Djab Wurrung e al popolo Jardwadjali fa parte di un racconto della buona notte, che coinvolge Tchingal, i fratelli Bram-bram-bult (le stelle puntatrici), la loro madre Druk (Delta Crux) e Bunya il cacciatore, che si trasforma in un opossum (Gacrux, la stella rossa in cima alla Croce del Sud).
Crediti: Giorgia Hofer/IAU OAE

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone


Luce diffusa della Via Lattea rotta da macchie scure. A destra, la stella rossa Antares forma la parte superiore di un gancio

Arco della Via Lattea su La Palma

Didascalia: Vincitore del concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse di modelli celesti. Questa immagine, che mostra la maestosa fascia della Via Lattea e una serie di motivi culturalmente significativi, è stata scattata nel maggio 2022 ad altissima quota dall'Osservatorio Roque de los Muchachos di La Palma, da cui si possono vedere le nuvole sottostanti. Alcuni tracciati stellari di rilievo includono lo Scorpione, il Sagittario, la Lira, il Cigno, l'Aquila, l'asterismo del Triangolo estivo e l'asterismo della Teiera. Poiché le Isole Canarie erano un punto di partenza per i marinai europei che esploravano il mondo, usiamo questo luogo per indicare le molte culture indigene che hanno incontrato. In particolare, sono i disegni scuri all'interno della fascia della Via Lattea a rivestire un significato per molte culture indigene di tutto il mondo. I disegni scuri sono in realtà dense e fredde nubi di gas e polvere che bloccano la luce delle stelle. Le popolazioni indigene vedono grotte, corsi d'acqua e vari modelli associati alle regioni scure della Via Lattea. Le costellazioni e i modelli hanno un significato culturale e interpretazioni diverse per i vari popoli. Per esempio, la costellazione dello Scorpione è indicata dalle popolazioni polinesiane come il semidio Maui's Fishhook (Amo da Pesca di Maui). Gli Yolnu della Terra di Arnhem associano lo Scorpione a un coccodrillo chiamato Ingalpir. Alcuni gruppi indigeni australiani associano storie a singole stelle all'interno di Scorpione, in particolare ad Antares, la stella rosso-arancio in alto a destra dell'immagine, sopra la fascia della Via Lattea. Accanto allo Scorpione e sopra il centro luminoso della Via Lattea, c'è un'importante nube scura che gli astrofotografi moderni chiamano Nebulosa della Pipa. Il fumo di questa pipa sale fino a Rho Ophiuchi. Questa e tutte le altre nubi scure della Via Lattea formano insieme la spina dorsale del cielo per alcune tribù e un animale dalla pelle bianca e nera per gli Zulu sudafricani. Anche la nomenclatura delle stelle luminose ha radici interculturali. Ad esempio, Vega (la stella blu brillante in alto nell'immagine) deriva dall'arabo waqi, da al-nasr al-waqi, l'aquila che si getta a terra (per cacciare). Questo contrasta con l'aquila volante, Altair, anch'essa derivata dall'arabo. Antares è una parola greca che significa "quella simile a Marte", in riferimento al suo colore. Il nome della stella Shaula nel pungiglione dello Scorpione è una versione moderna del nome della stella babilonese o addirittura sumera.
Crediti: Amirreza Kamkar/IAU OAU

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone


La Via Lattea s'inarca su un edificio in cima a una montagna. La luce diffusa è rotta da macchie scure ed è forte a destra.

L'arco della Luna e della Via Lattea sopra la Sala d'Oro

Didascalia: Vincitore del concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse di modelli celesti. Scattata nell'aprile 2021 dalla cima del monte Laojun, in Cina, questa immagine mostra una vista panoramica della Via Lattea sulla Sala d'Oro chiamata "Yuhuangding", simbolo di ricchezza. In Cina, la Via Lattea è considerata un enorme flusso come uno dei grandi fiumi. Separa il Mandriano (Altair) e la sua amata Tessitrice (Vega) e ha un Ford Celeste nella nube scura settentrionale nella moderna costellazione di Cygnus. La Via Lattea appare come un arco biancastro poiché non possiamo distinguere tutte le singole stelle, ma vediamo invece l'accumulo di luce da esse proveniente. È una galassia a forma di disco e il Sistema Solare si trova all'interno di uno dei suoi bracci a spirale, quindi la vediamo dall'interno, il che le dà la forma di una fascia nel nostro cielo. È associata alle religioni e alle mitologie di diverse culture. Il termine moderno Via Lattea deriva dal folklore greco e indica il latte sparso nel cielo dalla dea madre Era, quando allattò involontariamente il giovane Eracle. Questo figlio di Zeus e di una donna mortale le fu messo accanto mentre dormiva, ma a causa della sua forte suzione si svegliò e si rese conto che stava allattando un bambino sconosciuto e lo allontanò immediatamente. I filosofi greci, come Platone, consideravano la fascia scintillante nel cielo come le tracce di un precedente percorso del Sole. In alternativa, per la mitologia indigena Tupi-Guarani del Sud America, la Via Lattea rappresenta il "cammino del tapiro". Per alcuni popoli nativi australiani, le sue nubi scure formavano la forma di un emu se alte nel cielo, e di coccodrilli se basse all'orizzonte. Per molte culture dell'Africa meridionale, del Sud America e dell'Australia, era considerato un percorso verso o dal cielo. Sul bordo destro dell'immagine si può riconoscere la moderna costellazione dello Scorpius con la sua stella più importante, Antares, la stella rossastra appena sopra la Via Lattea. Il punto più luminoso che si vede al centro in basso dell'immagine è la Luna crescente con Giove accanto. In questa immagine si possono distinguere alcune costellazioni, tra cui Corona Australis, una debole costellazione a forma di arco situata in basso a destra. Appena sopra la Corona australe, possiamo vedere l'asterismo Teapot come parte della costellazione del Sagittario. Poiché il Sagittario si trova vicino al centro della Via Lattea, all'interno dei suoi confini si trovano molte strutture come regioni di formazione stellare, ammassi globulari e nebulose planetarie. Nel Sagittario si trova anche un buco nero supermassiccio quattro milioni di volte più massiccio del nostro Sole. Sul lato sinistro della banda, possiamo identificare la luminosa stella Deneb nella costellazione di Cygnus, il Cigno, attraverso la quale passa la Via Lattea, il che significa che in questa costellazione si trova una varietà di ammassi stellari.
Crediti: Likai Lin/IAU OAU

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone


La curva della Via Lattea è tagliata a sinistra da un enorme arco scuro. In basso, due macchie luminose e diffuse.

La Via Lattea sopra Anglers Reach

Didascalia: Vincitore del concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse di modelli celesti. La Via Lattea e diversi oggetti astronomici sono visibili in questa immagine scattata dall'emisfero meridionale, ad Anglers Reach, in Australia, nell'aprile 2022. In basso a sinistra si può individuare la costellazione dello Scorpione con la sua stella più luminosa, Antares, la macchia rossastra appena sopra l'arco. Sono visibili anche alcune costellazioni meridionali di rilievo ma di dimensioni ridotte: le stelle luminose dominanti al centro-sinistra dell'immagine nella Via Lattea sono le quattro stelle luminose di Crux (la Croce del Sud) e alla sua sinistra le due stelle puntatrici, alfa e beta Centauri. Crux punta verso il polo sud celeste, che non è segnato da una stella luminosa, e Le stelle puntatrici puntano verso Crux, distinguendola dall'asterismo della Falsa Croce nella costellazione di Argo. Crux è presente nelle bandiere nazionali di Australia, Brasile, Papua Nuova Guinea, Samoa e Nuova Zelanda. Poiché Crux si trova nelle zone più luminose della Via Lattea, la nube scura della famosa Nebulosa del Sacco di Carbone spicca accanto alle stelle luminose. Costituisce una delle costellazioni oscure delle culture indigene sudamericane, sudafricane e australiane. L'enorme costellazione oscura australiana dell'Emu è quasi completamente sopra l'orizzonte in questa immagine, estendendosi dalla sua testa nel Sacco di Carbone fino all'orizzonte. Nell'antica Grecia, le stelle della Croce appartenevano anche alla costellazione del Centauro, una creatura ibrida con un busto e una testa umani attaccati a un corpo equino con quattro zampe. Il centauro greco rappresenta Chirone, il saggio maestro di tutti gli eroi greci. La sua stella più luminosa è Rigil Kentaurus (Alfa Centauri), lo zoccolo anteriore del centauro. Appena sotto di essa si trova la piccola costellazione del Triangolo Australe. Il sistema di stelle triple di Alfa Centauri è il vicino stellare del nostro Sole. Lungo la Via Lattea, al centro-destra dell'immagine, troviamo l'enorme costellazione di Argo, la Nave. L'antica costellazione di Argo, più piccola, fu ampliata dai navigatori olandesi intorno al 1600 e il numero di stelle in questa costellazione era così grande che il matematico francese del XVIII secolo Lacaille dovette introdurre dei sottotitoli per Argo nel suo catalogo stellare. Così facendo, inventò le costellazioni di Puppis, Carina e Vela. In Carena, la Chiglia della nave, questa fotografia rossastra mostra chiaramente la Nebulosa della Carena. Sul bordo destro dell'immagine si nota la stella più luminosa del cielo notturno, Sirio, mentre la seconda stella più luminosa, Canopo, il timone di Argo, la Nave, domina l'area sotto l'arco della Via Lattea. Sempre sotto l'arco della Via Lattea, possiamo vedere la Grande Nube di Magellano e la Piccola Nube di Magellano, che sono piccole galassie satelliti della nostra Galassia.
Crediti: Lucy Yunxi Hu/IAU OAU

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone


La Via Lattea appare come due bande luminose verticali ai lati di una linea scura, sopra un affioramento roccioso.

Il pilastro della creazione

Didascalia: Vincitore del concorso di astrofotografia IAU OAE 2022, categoria Immagini fisse di schemi celesti. Questa immagine mostra il cielo notturno sulle Tre Cime di Lavaredo (Parco Naturale delle Dolomiti), in Veneto, Italia, nell'ottobre 2021. Il punto luminoso a sinistra è il pianeta Giove, che appare nella costellazione del Capricorno. A destra di Giove e sotto le due stelle del Capricorno si vede il pianeta Saturno. Appena sopra Giove vediamo parte dell'Acquario, una delle costellazioni più grandi e anch'essa parte dello Zodiaco. A nord di queste costellazioni, a sinistra della Via Lattea, ci sono soprattutto stelle deboli. Quella biancastra più luminosa in alto a sinistra è Enif, una stella binaria nella costellazione di Pegaso. La Via Lattea sembra emergere da una roccia come vapore celeste. Circa al centro dell'immagine si trovano due stelle luminose a sinistra e a destra della Via Lattea: Altair e Vega, rispettivamente. Sembrano separate dal flusso galattico, come racconta una storia popolare cinese in cui rappresentano una coppia di innamorati. Oggi, nell'astronomia popolare, insieme alla stella luminosa sul bordo superiore della fotografia formano un enorme triangolo, il Triangolo estivo nell'emisfero settentrionale. Altair è la stella più luminosa della costellazione babilonese dell'Aquila. Nell'antica Babilonia si diceva che l'Aquila portasse in aria il re Etana, in modo che potesse vedere la Terra dall'alto. Accanto all'Aquila babilonese si trovava la costellazione del Cadavere, che ritornò solo in epoca romana quando Tolomeo la pose al di sotto dell'Aquila come nuova sotto-costellazione "Antinous". È vista come il cadavere (o l'anima) del favorito dell'imperatore romano Adriano, appena morto nel Nilo. Vega è la luminosa stella bianca a destra della Via Lattea. Fa parte della piccola costellazione della Lira, famosa per ospitare la Nebulosa Anello, un'impressionante nebulosa planetaria - una stella morente che soffia il suo gas nello spazio. Sul bordo destro dell'immagine, si vedono bene tre stelle in una fila curva. Si tratta del manico dell'Orsa Maggiore che punta verso il basso verso una stella luminosa vicina all'orizzonte: Arturo, la stella luminosa della costellazione di Bootes (in greco: l'aratore). Questa costellazione simile a un aquilone è probabilmente un'interpretazione pagana del dio babilonese "Enlil", la cui costellazione occupava anch'essa quel posto nel cielo. I Romani hanno reinterpretato questa figura come il Conducente dei Buoi che controllava i Sette Buoi visti nelle stelle luminose dell'Orsa Maggiore. A destra di Vega si trova l'enorme costellazione di Ercole e sotto di essa, a sinistra di Bootes, troviamo un semicerchio di stelle che forma la piccola costellazione della Corona Boreale, associata ad Arianna, figlia del re Minosse di Creta nella cultura greca. Le luci che si vedono nella parte inferiore sinistra dell'immagine sono dovute al riflesso delle luci artificiali nell
Crediti: Giorgia Hofer/IAU OAE

License: CC-BY-4.0 Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0) icone